Demografia del Biellese. Giovani da 18 a 35 anni

Il Biellese è al 72° posto in Italia

I millennials (i nati tra il 1981 e il 1996 sono 23mila), oggi, dovrebbero essere la parte più dinamica della società, eppure, le nuove generazioni Y si sentono «rapinate» del proprio futuro e scappano.
Il Biellese, spulciando i dati, a quanto pare non è il territorio per loro: non si sentono valorizzati. Si sentono soffocati e poco coinvolti al rinnovamento da una società rigida, anziana e gerontocratica, derubati da un sistema «blindato» e sempre più detenuto dai Longennials che, oltre ad attribuirsi il potere, conservano gelosamente nelle loro mani tutte le proprietà economiche e politiche. Come ha scritto lo stesso Susta (sul numero dedicato alla Meritocrazia), ai nostri figli, per decidere di restare a Biella, non basta una bella casa, un ambiente naturale e servizi pubblici, o, ancora, per chi ha studiato anni e anni rimanere nel nostro territorio con stipendi magri e in una città dormitorio.
Oggi, chiedono più attenzione. Imprenditori e politici, pubblico e privato devono capire che per offrire nuove opportunità ai millennials, occorre oltre all’attratività un cambio di mentalità.

La politica li ha snobbati.

I tempi della politica, che usava parole poco lusinghiere nei confronti dei giovani, è finita. Un popolo di «bamboccioni», «sfigati», «choosy» (schizzinosi) e «poco occupabili», che «non costituivano» capitale umano su cui investire per il futuro. Così li definivano i «soloni» della politica. La colpa, viene da chiedersi: sarà davvero tutta loro? No, la politica non li ha capiti e, forse, continua a non capirli. Lo dimostra l’ultima indagine condotta da Skuola.net: oltre 9 giovani su 10, «bocciano» i politici che animano questa fase storica del Paese: il 58% non salva proprio niente e nessuno, esprimendo un’opinione «negativa», il 36% si limita a un giudizio «poco positivo». Pensano che nessuno, all’interno delle istituzioni, abbia veramente a cuore i problemi delle nuove generazioni: per il 54% si parla troppo poco di loro, il 38% ha la sensazione che non se ne parli per niente e il 93% si dice pessimista per il prossimo futuro.

Cosa chiedono?

Un’indagine de IlSole240re, la riassume benissimo: in cima alla lista per i millennials c’è la questione ambientale (40%) e i diritti civili (34%). Nel mezzo c’è tutto il resto, dal carico fiscale alla burocrazia, passando per la qualità della sanità e della scuola. Quella (S)cuola che all’apertura dell’anno scolastico aveva ancora 150mila cattedre scoperte.

La priorità?

Il lavoro. I giovani e i laureati fino a qualche anno fa, scommettevano sul lavoro autonomo, oggi preferiscono il lavoro dipendente. Una (buona) notizia se letta nell’ottica della capacità di attrarre talenti e attivare, finalmente, quei percorsi di «brain circulation» in un contesto che fino ad ora ha visto il nostro territorio fornitore di talenti per gli altri Paesi.

LA POSIZIONE IN PIEMONTE

Vercelli è al posto in classifica rispetto agli capoluoghi di provincia piemontesi

Settore per settore in classifica

La qualità della vita per i giovani dai 18 e i 35 anni, ci colloca al 72° posto assoluto. Il Biellese, spulciando i dati, a quanto pare non è il territorio per loro: non si sentono valorizzati. Si sentono soffocati e poco coinvolti al rinnovamento da una società rigida, anziana e gerontocratica, derubati da un sistema «blindato» e sempre più detenuto dai Longennials che, oltre ad attribuirsi il potere, conservano gelosamente nelle loro mani tutte le proprietà economiche e politiche. Nei 12 indicatori specifici, il nostro territorio brilla per aree sportive, canone di locazione, numero di laureati, e bar e ristoranti, ma purtroppo, siamo nelle ultime posizioni in Italia per imprenditoria giovanile, gap affitti tra centro e periferia e per età medio al parto. Qui sotto i risultati per settore.

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