Biella & Turismo: quant’è al verde la nostra Valle

Com’era verde la mia valle

di Michele Porta

Com’era verde la mia valle. Tratto dal romanzo di Richard Llewellyn, il film del 1941 diretto da John Ford, è interpretato da Huw Morgan, ormai anziano, che raccoglie le sue poche cose per lasciare il Galles e le miniere che ormai sono chiuse.
Ora la valle è triste e vuota, ma un tempo non era così e l’uomo si vede ragazzo, quando tutta la sua famiglia lavorava in miniera. Rivede la sorella Angharad, l’anziana mamma e il padre patriarca, che organizzava la famiglia secondo tradizione. Dopo aver avuto belle e dolorose lezioni di vita vedrà poco a poco finire quel mondo.

Quel mondo che metaforicamente assomiglia tanto al Biellese, dove un tempo era popolato di fabbriche e operai, oggi non c’è più. Un luogo che si sta svuotando guardando tristemente alle sue montagne.
Ma queste montagne bisogna smuoverle, raccontarle in modo diverso. Così, pochi mesi fa, la Fondazione BIellezza le ha fatte parlare, le ha raccontate e animate. La valle di cui parla Huw Morgan nel celebre film del ‘41, nel Biellese per una settimana è rinata. Il sogno: creare un luogo in cui i giovani possano riconoscersi e i turisti finalmente arrivare.

Il turismo in termini di presenze e arrivi, oggi, non riesce ancora ad avere quel «decollo» tanto auspicato dagli operatori del settore e dall’indotto. Quando si arriva a fine stagione si apre un dibattito contrapposto tra il sistema imprenditoriale e quello pubblico: «i numeri sono in crescita, ma occorre investire in strutture ricettive per acquisire in futuro un numero maggiore di turisti».
I dati sulle presenze dell’ultimo osservatorio regionale parlano di una Regione a più velocità. In Piemonte, i nostri competitor, registrano un incremento di presenze rispetto al 2022 con zone che mantengono gli stessi standard e altre, che registrano aumenti contenuti. In generale, il turismo, è per lo più concentrato nelle aree del capoluogo torinese. Gli altri, chi più, chi meno, hanno numeri ridotti.
Certo, la concorrenza esterna è sempre più forte e spesso è rappresentata da luoghi che hanno un’offerta maggiore e servizi più efficienti.

Quant’è al verde la nostra valle

Senza pensare di combattere questa tendenza negativa, il Biellese ha la necessità di attrezzarsi con infrastrutture che diano la possibilità di rendere appetibile l’offerta. Gli investimenti per creare strutture ricettive sono pochi; i collegamenti interni, stradali e ferroviari sono carenti; l’erogazione dei servizi essenziali sempre più a singhiozzo. Le risorse che i Comuni mettono in campo per sostenere il turismo sono poche, sia per le difficoltà a far quadrare i bilanci, sia per la carenza di competenze per accedere ai fondi europei.

Cosa fare, quindi, per invertire questa tendenza e rilanciare la grande vallata Biellese?
La parola più ricorrente è valorizzazione del patrimonio e delle risorse presenti. Occorre valorizzare ciò che abbiamo e investire su nuovi collegamenti più efficienti, quali, non ultimo, il nuovo tratto autostradale e il potenziamento della rete ferroviaria elettrificata verso Milano.

Ma tutto questo sarà sufficiente?
Probabilmente no. Occorre ripensare alla gestione delle risorse destinate al turismo e scommettere sulla promozione territoriale, perché, non si può pensare che il Biellese sia solo «a vocazione industriale». Ogni anno ci domandiamo se il numero di posti letto esistenti è superiore alla domanda, oppure no? Forse, non serve pensare alla costruzione di nuovi alberghi, ma, occorre pensare a come incentivare l’adeguamento delle infrastrutture esistenti (il Sud carente di strutture alberghiere accoglie i vacanzieri nelle case-vacanze affittate con la app del telefonino. E basterebbe questo per capire che la cementificazione sognata da Cetto Laqualunque è più dannosa che inutile), all’uso di nuove case vacanza, bed e breakfast e appartamenti da affittare, che permetterebbero ai biellesi di avviare nuove attività.
Occorre un cambio di rotta, un cambio di strategia, una visione più ampia per supportare gli investimenti che, oggi, privati e pubblico potrebbero mettere in campo negli anni futuri.
L’immagine che spesso emerge del Biellese è rappresentata da un turismo di prossimità: industriale, religioso, borghi e piccoli comuni e da una montagna con infrastrutture che hanno bisogno di essere ammodernate e rilanciate. Nei giorni scorsi, Fondazione BIellezza e Provincia di Biella, hanno presentato un progetto ambizioso. La strada del Tracciolino potrebbe diventare una delle vie turistiche più attrattive d’Europa. Usando il condizionale, sarà un’opera straordinaria che vedremo, (forse), tra qualche anno. Intanto, oggi, prendiamo atto che se un visitatore vuole raggiungere il Biellese, deve necessariamente utilizzare l’auto. Se decide di raggiungerla in treno, con tutte le difficoltà del caso, arrivato alla Stazione San Paolo scoprirà che non ha (nessuna) possibilità di raggiungere le località turistiche per l’assenza di mezzi pubblici.
Come sostiene il Presidente della Provincia Ramella Pralungo – serve un cambio di mentalità. Cambiare mentalità, non significa solo pensare a progetti come elemento forte per lo sviluppo del territorio, significa agire per migliorare i collegamenti esistenti che, da tempo, continuano ad essere un grande problema.
In attesa di ampliare l’offerta del trasporto pubblico locale, i visitatori che arrivano sono sempre più «on the road» e sulla qualità delle nostre strade sanno giudicare da soli.

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Vola il turismo nel Biellese: +40% nel primo trimestre 2023

L’inizio del 2023 ha confermato che il settore del turismo sta crescendo a ritmi importanti in Piemonte: dai dati provvisori di Visit Piemonte, il primo trimestre ha registrato una crescita di circa il 19% dei movimenti nazionali e oltre il 30% dall’estero rispetto all’anno precedente. Numeri confermati anche dall’aumento delle recensioni on-line: +23,7% per il comparto ricettivo. I commenti riflettono la soddisfazione del cliente del prodotto turistico piemontese, lievemente maggiore rispetto al dato complessivo del prodotto Italia: 87/100 versus 86,9/100.

E nel Biellese le cose vanno ancora meglio. Sono giudicati ottimi i dati provvisori del medesimo primo trimestre 2023 dell’Osservatorio Turistico del Biellese. Con circa 17.700 arrivi e oltre 45.000 pernottamenti, il Biellese ha iniziato positivamente l’anno: rispetto al primo trimestre del 2022, i flussi turistici nostrani aumentano del 35% negli arrivi (erano stati circa 12mila nello stesso periodo dell’anno scorso) e del 40% nelle presenze (erano state circa 27mila). Una crescita superiore a quella del territorio delle Terre dell’Alto Piemonte e a quella del totale regionale.

Il totale 2022 era stato di oltre 110.000 arrivi e circa 240.000 pernottamenti pari ad un misero 2% del complesso regionale. Ma questi dati di inizio anno fanno ben sperare una filiera turistica che in senso allargato conta, al 31 marzo 2023, 1.420 realtà imprenditoriali per 4.873 addetti complessivi. Si tratta di una fetta sempre più rilevante (pari all’8,7%) del tessuto produttivo complessivo della provincia.

L’obiettivo – ma forse è solo un sogno – è arrivare a fine anno al 3% regionale, che in termini secchi significa portare gli arrivi a circa 140mila e a quasi 300mila presenze (notti). Un risultato reso possibile dai dati di aprile e maggio che in Piemonte hanno registrato una crescita di circa il 10% dei movimenti nazionali e oltre il 30% dall’estero rispetto al 2022 (non sono ancora stati scorporati i dati biellesi dei ponti di Pasqua, del 25 aprile e del 1 maggio). Non solo, il modello di stima degli arrivi turistici italiani in Piemonte per tutto l’anno in corso, messo a punto da Metis Ricerche per l’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte, indica che a consuntivo si registrerà un aumento assoluto del +9%.
L’analisi dei dati del primo trimestre dell’Osservatorio Biellese dice che quasi l’80% dei movimenti turistici sono di provenienza italiana: i principali bacini si ritrovano nel turismo interno regionale; a seguire, in Lombardia, Emilia-Romagna, Campania e Veneto. Guardando ai mercati esteri, i principali paesi di provenienza sono Germania, Romania, Svizzera, Francia, Brasile, India e Spagna che rappresentano oltre la metà del totale delle presenze estere. Dall’analisi per comparto ricettivo, si evidenzia che oltre il 60% dei turisti soggiornano nelle strutture ricettive alberghiere e, a seguire, nelle Cav – Case appartamenti vacanze -, negli ostelli e nelle case per ferie, mentre il monitoraggio delle offerte sui canali online delle Ota – Online travel agency – rivela che nel periodo gennaio-maggio 2023, il Biellese ha rilevato un tasso di saturazione pari al 36,8% (+12,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Positivo anche il sentiment su ricettività, ristorazione e attrazioni del Biellese che, secondo il monitoraggio delle recensioni online, esprime un valore di 1,4 punti maggiore rispetto al totale regionale: 88,4/100 (+0,3, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) versus 87/100 (-0,4).
In Piemonte continua poi l’ottimo andamento delle prenotazioni per l’inizio della stagione estiva. Per il primo week-end di luglio le camere offerte on line che sono rimaste disponibili erano “solo” il 26% del totale. E il modello predittivo sui movimenti turistici del 2023 prevede che saranno quasi 3,5 milioni i turisti nazionali sul territorio: un +10% dello zoccolo duro del flusso turistico regionale oltreché biellese. Mentre l’Enit (Agenzia nazionale del turismo) prevede l’arrivo estivo di circa due milioni di passeggeri aeroportuali, di cui l’84% di origine internazionale: il 26% saranno americani. Chissà se anche il Biellese riuscirà a intercettarli?
ROBERTO AZZONI

COME RAGGIUNGERE LE LOCALITÀ TURISTICHE DEL BIELLESE? VIAGGIANDO IN AUTO

Un grafico vale più di mille parole. La tabella qui sotto si può così riassumere: l’unica località del Biellese che può essere raggiunta in treno senza grosse difficoltà è il capoluogo, ovvero Biella.

TEMPI E MEZZI CONSIGLIATI

Come raggiungere il SANTUARIO DI OROPA la Domenica

Utilizzando i mezzi pubblici
Da Milano Tempo medio: 2h 36’ Partenza ore 07.11
Da Torino Tempo medio: 2h 18’ Partenza ore 05.54
Utilizzando i mezzi propri
Da Milano Tempo medio: 1h 50’ consigliato
Da Torino Tempo medio: 1h 30’ consigliato

Con l’attivazione della linea diretta per Torino, i tempi di percorrenza si sono ridotti mentre resta insufficiente il collegamento con Milano – dovendo effettuare un cambio a Novara. Con la premessa che i viaggiatori rispettino gli orari e le FFS rispettino le coincidenze. Esperienza insegna che l’utente è quasi sempre puntuale, mentre per i treni i ritardi sono piuttosto frequenti. Se ciò accade, il giorno di riposo – la tabella fa riferimento alla sola Domenica – rischia di trasformarsi in un incubo. Per tutte le altre mete turistiche del territorio, dal Santuario di Graglia e la Burcina, all’Oasi Zegna, da Oropa a Candelo e volendoci spingere fino al lago di Viverone, l’automobile resta dunque il mezzo più «conveniente».

Obtorto collo, è anche l’unico del quale possiamo fidarci per non rischiare di trascorrere l’intera giornata al volante. Abbiamo voluto in questo modo evitare voli pindarici su progetti che difficilmente potranno essere presi in considerazione e abbiamo analizzato lo stato dell’arte, mettendo in evidenza, arrivando in stazione, che esiste la possibilità di raggiungere senza troppa fatica e in tempi ragionevoli solo il centro della città.

Per un discreto camminatore, lo si può fare in 20 minuti, se la meta è il Piazzo, una mezz’oretta, utilizzando la funicolare. Non scopriamo l’acqua calda denunciando la mancanza di una politica che disincentivi l’utilizzo dell’automobile, con altrettanta onestà non possiamo biasimare chi non ne può, suo malgrado, farne a meno.
di Marziano Magliola

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