Qualità della vita donne: Biella è 23.a in Italia

CAPACI, TENACI E CARISMATICHE: LE DONNE BIELLESI SONO AL «TOP» IN PIEMONTE

Capaci, tenaci e carismatiche: le donne biellesi conquistano la 23esima posizione in Italia, nella classifica della qualità della vita delle donne, secondo l’indagine del Sole 24 Ore.
Per la prima volta, la ricerca ha dedicato uno spazio specifico alla vita delle donne e alle politiche per la parità di genere, nelle province italiane e piemontesi.
Classifica che non può non tener conto del dato dell’indice sull’uguaglianza di genere, che vede l’Italia al 14esimo posto tra i Paesi dell’Unione europea, affinché il cosiddetto «gender gap» sia un tema attuale contemplato nelle misure previste dal Pnrr.

LA POSIZIONE IN PIEMONTE NEL 2022

Biella è al 23° posto in classifica rispetto agli capoluoghi di provincia piemontesi

In Italia, nel 2022, le donne detengono il 32% delle posizioni aziendali di comando, 2 punti percentuali in più rispetto al 2021. Le donne CEO sono salite al 20%, così come quelle con ruoli nel senior management al 30% nel 2022. L’Osservatorio di 4.Manager (l’associazione nata tra Confindustria e Federmanager) rivela, però, che le posizioni manageriali femminili sono ferme al 28% del totale e la quota si riduce al 19%, se consideriamo le posizioni regolate da un contratto da dirigente. Seppur il 31% delle imprese stia adottando strategie per appianare il divario e ottenere la certificazione della parità di genere: «Non un bollino rosa – come ha dichiarato pochi giorni fa la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti – ma uno strumento innovativo». Intanto, godiamoci il risultato: Biella rispetto alle otto province piemontesi, per una volta conquista la prima posizione in classifica, seguita da Torino (24°), Verbania (31°), Cuneo (35°), Novara (37°), Asti (45°), Vercelli (58°) e Alessandria solo settantunesima e ultima in regione. A dominare il podio in Italia è Treviso, che si piazza davanti a Prato e Siena, in base ai punteggi conseguiti nei 12 indicatori presi in esame.

I parametri utilizzati dal Sole 24 Ore, rientrano a pieno titolo nelle valutazioni dei livelli essenziali delle prestazioni del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo. Il tema, tra i 17 Sustainable Goals che l’Onu ha stabilito per il 2030, occupa una posizione centrale nelle politiche di rilancio e ripresa post pandemia: se a ottobre dello scorso anno è stata modificata la legge sulle Pari opportunità, per garantire maggiore corrispondenza tra i salari maschili e femminili, da gennaio è stata attivata una certificazione che attesta le misure adottate dal datore di lavoro, per ridurre il divario tra sessi nelle retribuzioni.
Intanto, tra i dodici parametri specifici presi in considerazione nella classifica sulla qualità della vita delle donne, troviamo: la speranza di vita alla nascita; il tasso di occupazione delle donne e l’occupazione giovanile; il gap occupazionale di genere; il tasso di mancata partecipazione al lavoro; il gap retributivo tra uomini e donne; il numero di imprese femminili; gli amministratori donne, sia nelle imprese sia nei Comuni; le violenze sessuali; le performance nello sport ed infine le prestazioni olimpiche, di cui il territorio, però, non viene preso in considerazione, in quanto non ha espresso nessun atleta alle recenti olimpiadi di Tokyio. La provincia laniera raccoglie i migliori punteggi classificandosi nella top ten assoluta. Nello specifico, è seconda assoluta in Italia per tasso di occupazione, settima assoluta per gap occupazionale di genere e nona assoluta per divario nella retribuzione. Un risultato, questo, che ci inorgoglisce e premia la qualità del «saper fare» biellese, al femminile.
La situazione, però, si ribalta quando si analizzano il numero di imprese femminili e il numero di amministratori comunali. Nel primo caso, Biella è solo 86esima, segno evidente che il territorio ha ancora una forte vocazione imprenditoriale maschile e nel secondo caso è 68esima. Un dato che ci fa sperare è comunque la 37esima posizione per amministratori di impresa. In questo caso, le donne stanno pian piano facendo carriera e aprire le aziende alle donne, in molti casi rappresenta l’unica chance del cambiamento.

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