Per spesa sulla cultura, il Biellese è «cenerentola»

Per un politico l’incarico alla Cultura spesso è visto come una diminutio. Bene, anzi, malissimo. Il Biellese e Biella ne sono l’esempio. Un settore «Cenerentola», qualcosa di residuale, quando invece, dovrebbe essere il contrario. Se c’è un settore che può trascinare il territorio, anche dal punto di vista economico, è proprio quello della cultura.
Spulciando i dati dell’Istat, tutti i Comuni del nostro territorio, nessuno escluso, sono perfettamente in linea con la fiaba popolare, – originatasi probabilmente dalla storia di Rodopi – che rappresenta il riferimento estremamente comune nella nostra cultura.
Certo, e nessuno degli eletti si senta chiamato in causa, un uomo di pensiero e di spessore farebbe di tutto per smentire la frase che con la Cultura non si mangia, invece, come dimostrano i numeri, non solo non ci abbuffiamo, ma il sistema politico-amministrativo locale la ignora completamente.

LA POSIZIONE IN PIEMONTE

Torino è al 19° posto in classifica rispetto agli capoluoghi di provincia piemontesi Per spesa dei Comuni sulla cultura è al 90° posto in classifica rispetto agli capoluoghi di provincia piemontesi

Si può evitare questa deriva?
I beni culturali, la cultura, (forse) valgono più di qualunque industria. Perché questo avvenga, la rinascita di un territorio non può che partire dalla bellezza, bellezza come volano di sviluppo, bellezza come bene pubblico e forma politica più alta.
Per combattere il problema oggi evidente, ovvero la mancanza di investimenti, gli amministratori locali dei nostri Comuni, Biella in primis, non dovrebbero accontentarsi di viaggiare sui sondaggi in un’ottica di periodo breve. Questo è il vero problema. La perdita di consenso è drammatica, per cui la politica rinuncia agli investimenti di lungo periodo. La cultura – di per sé uno di quei comparti che ha bisogno di investimenti strutturali – è clamorosamente sconfitta. Non possiamo più accontentarci della «cultura della sagra», dell’evento di giornata, o della «cultura degli annunci», servono investimenti di lungo periodo. Si dovrebbe mangiare di cultura. Un territorio come il Biellese, che da sempre ha scommesso sull’industria e sulla manifattura, ha il dovere di scommettere il proprio futuro sulla cultura. La vera imprenditoria, quella che ancora funziona, deve avere il coraggio di spronare la politica a scommetere sul rapporto tra economia e Cultura: «se tu mi dai una moneta e io ti do una moneta ognuno di noi ha una moneta. Ma se tu mi dai un’idea e io ti do un’idea ognuno di noi ha due idee» e tutti sappiamo che dalla sinergia tra le due idee ne nascerà una terza, una quarta e così via, innescando un moltiplicatore di valore aggiunto davvero pandemico; al contrario, continueremo a rimanere la cenerentola del Paese.

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