Indice della Salute: Biella è 80.a in Italia rispetto alle 107 province

Ovunque leggiamo delle ristrettezze economiche a cui è stato sottoposto il nostro Sistema Sanitario Nazionale. Carenza di medici specializzati, carenze di infermieri e carenza di personale assistenziale, ma non solo. Le spese sanitarie «out of pocket», ovvero le spese sostenute direttamente dal privato cittadino che paga per prestazioni sanitarie di tasca propria, aumentano: il privato spesso costa meno del pubblico.
Intanto secondo l’indice della salute del Sole 24 Ore, che fotografa le diversità geografiche, il premio va a Pescara per il benessere degli assistiti e la qualità dei servizi e delle cure, e «boccia» ancora una volta Biella, classificandola all’ottantesimo posto in Italia.

LA POSIZIONE IN PIEMONTE

Torino è al 24° posto in classifica rispetto agli capoluoghi di provincia piemontesi

Dodici i fattori di cui il quotidiano economico tiene conto: il tasso di mortalità, la mortalità per tumore e infarto, l’aumento della speranza di vita, uso di farmaci per asma, diabete e ipertensione, medici di base, pediatri, geriatri, ricettività ospedaliera ed emigrazione ospedaliera.
Tra questi, soltanto uno è quello in cui la città eccelle: l’unico fattore in cui Biella è al terzo posto in Italia è l’aumento della speranza di vita, ovvero il numero medio di anni che ogni neonato ha la probabilità di vivere. L’indicatore è strettamente correlato alle diverse età: l’allungamento dell’aspettativa di vita alla nascita, ad esempio, è la conseguenza della riduzione dei tassi di mortalità infantile, dovuta a migliori condizioni igieniche e sanitarie, senza che vi sia un effettivo allungamento nella soglia di vita complessiva delle persone.

Biella, a parte quest’ultimo indicatore, è messa maluccio su tutti i fattori presi in esame: sull’utilizzo dei farmaci, a parte il diabete (35° posto), sull’utilizzo dei farmaci per ipertensione è 54° e per l’ansia al 61° posto.
Le dolenti note arrivano invece sulla salute in senso stretto: Biella è all’82° posto (su 107) per tasso di mortalità e addirittura 102° per mortalità per tumore, (72°) per mortalità per infarto e (56°) per emigrazione ospedaliera. Basso anche il numero dei Geriatri (94esima), nonostante Biella sia all’ultimo posto come città più anziana d’Italia. Insomma, gli indici affondano la città, facendola risultare penultima in Regione (solo Alessandria fa peggio) mentre Torino (ventiquattresima) e Cuneo (trentasettesima) sono considerate tra le migliori città piemontesi.
Dall’indagine del Sole24Ore emerge che da tempo ormai, la sanità pubblica mostra gravi lacune, tra le quali i tempi di attesa eccessivi: fino a 112 giorni per ottenere alcune prestazioni sanitarie, due mesi di attesa, in media, per effettuare una visita medica tramite il Servizio Nazionale, a confronto con una sola settimana nel privato. I tempi di attesa medi, per effettuare una visita medica attraverso il sistema Sanitario Nazionale, risultano nettamente maggiori rispetto a quelli dell’offerta privata: 60 giorni nel pubblico a fronte di 9 giorni nell’intramoenia (“dentro le mura della città”, il termine usato in ambito sanitario che indica le visite effettuate all’interno di un ente ospedaliero, al di fuori del normale orario di lavoro, da un medico che ha stipulato particolari accordi economici con la struttura), 39 giorni per il privato convenzionato e 7 giorni nel privato.
Per alcune prestazioni i tempi d’attesa si allungano ulteriormente: 112 giorni, quasi quattro mesi, per una colonscopia, contro 11 giorni di attesa in intramoenia, 79 nel privato convenzionato e 11 nel privato. Il dato che più sconcerta è il costo delle prestazioni sanitarie, con un allineamento del privato rispetto all’intramoenia.
Tra le prestazioni mediche considerate, circa la metà ha un costo inferiore nel privato piuttosto che in intramoenia. Un ecocardiografia, ad esempio, costa in media 109 euro in intramoenia, contro i 98 del privato.

Lascia un commento