Magnolab le imprese tessili in rete investono 11 milioni di euro

Giovanni Marchi – C.E.O. Marchi & Fildi e Presidente MagnoLab

Giovanni Marchi, classe 1986, laureato in Management all’Università Cattolica e alla Luiss Business School di Roma, C.E.O. Marchi & Fildi, Presidente MagnoLab, ha le idee chiare: ha grinta e passione.
«Il progetto MagnoLab – ci racconta Marchi – è la rete di imprese tessili per l’innovazione, che riunisce otto società biellesi e che si è classificata prima nella graduatoria definitiva delle proposte ammesse al finanziamento previsto dal bando Pnrr per il riciclo tessile, ottenendo una contributo di 4,9 milioni di euro su un investimento pari a 11 milioni. Sede, la ex Ettore Barberis a Cerrione».

– Dottor Marchi, come ha illustrato l’ingegner Rondi al convegno di Sabato 25 Febbraio, il tessile, quindi, guarda al futuro dell’economia circolare?
«Il finanziamento ottenuto dal Pnrr dimostra che quello di cui eravamo convinti, era un buon progetto con prospettive interessanti per il futuro. Progetto, che se la commissione lo ha classificato al primo posto nella graduatoria, non può che renderci orgogliosi. Le aziende che fanno parte di MagnoLab, ossia, DBT Fibre, De Martini, Marchi & Fildi, Filidea, Di.Vè, Pinter Caipo, Maglificio Maggia e Tintoria Finissaggio 2000, prima di ricevere il finanziamento, avevano già deliberato gli investimenti e versato una parte della loro quota, perché, su questa filiera innovativa ci credevano. Aver ricevuto i contributi è un ulteriore tassello che ci sprona ad andare avanti con determinazione e tempi veloci».

– Lei ha raccontato che anni fa, insieme ad un gruppo di giovani imprenditori, avete fatto un viaggio negli Stati Uniti e nella Silycon Valley per cercare start up e entrare in contatto con progetti innovativi. Grazie al risultato, pensa si possano aprire nuove opportunità imprenditoriali nel Biellese? Avete già avuto dei riscontri in questo senso?
«L’obiettivo è coinvolgere non solo aziende biellesi. Il fatto, che oggi all’interno di MagnoLab, ci sia una società di matrice spagnola, Pinter Caipo, va proprio in questa direzione. Non solo, abbiamo rivolto lo sguardo all’esterno per integrare in futuro anche aziende che fanno parte di altri distretti tessili. Oggi, serve allargare il campo per acquisire competenze specifiche che sono la peculiarità di altri distretti industriali. In merito alla sua domanda; oserei dire, che l’obiettivo di MagnoLab è, oltre a fare ricerca e sviluppo, studiare nuovi prodotti e nuovi processi produttivi. Se saremo bravi nascerà qualcosa di nuovo, nuovi business innovativi, che non sempre richiamano ad una semplice evoluzione di prodotti già esistenti in un’azienda. Senza entrare nel dettaglio, per esempio, se riuscissimo ad inventare una nuova fibra, in questo caso potrebbe nascerebbe un nuova attività con produzione di nuovi macchinari industriali».

– In Piemonte nei prossimi anni, il mondo del lavoro dovrà sostituire 87mila lavoratori, a Biella più di 3mila. L’idea di realizzare un polo di innovazione con impianti industriali dedicati alla ricerca e allo sviluppo, dove i tecnici delle diverse aziende si confronteranno per far crescere le proprie competenze, è un processo che sta prendendo forma? Che ruolo avranno il TAM e Città Studi nell’ambito della formazione con l’Academy regionale per Tessile e Green Jobs?
«Ero a conoscenza di questi numeri, in parte allarmanti. L’unica certezza che abbiamo oggi è che queste persone non ci sono, ma volendo essere ottimisti, vedo la positività di ringiovanire e abbassare l’età media nel settore tessile. Proprio in virtù di questi numeri, uno dei tre pilastri fondamentali del progetto, guarda proprio nella direzione della formazione. Sia il TAM, sia Città Studi, sia altri enti preposti a formare nuove figure di riferimento saranno un valore aggiunto. Vede, nelle nostre aziende, noi siamo bravi nel creare prodotti, non abbiamo, però, le competenze, la forza (e a volte anche la capacità) di formare nuove figure professionali. Dobbiamo quindi interfacciarci e affiancare i soggetti preposti, offrendo il supporto ideale per la formazione».

– Come?
«Mettendo a disposizione gli impianti. Se dobbiamo insegnare a un tecnico come far funzionare un processo, la scuola avrà la possibilità di utilizzare i laboratori di MagnoLab, un insieme di piccole fabbriche fatte proprio con macchinari industriali e offrire ai docenti che insegnano, l’opportunità di utilizzare strumenti innovativi e all’avanguardia. Oltre ad utilizzare i nostri tecnici, che con i docenti, faranno crescere le competenze future. Inoltre, vogliamo che il nostro hub sia bello esteticamente e visitabile per far capire ai giovani come funziona la filiera tessile. L’obiettivo di base è, per chi entra, scoprire che il tessile è un settore vivo e che gli imprenditori, oltre ad investire in tecnologia, investono nella qualità degli ambienti. Stiamo investendo in sostenibilità e qualità del lavoro».
– Quest’anno, si legge nel vostro progetto, sarà completata la realizzazione della rete fisica di impianti pilota (installati in un’unica sede a Cerrione, in frazione Magnonevolo), dove sarà possibile sviluppare prodotti e processi innovativi con cicli di sperimentazione rapidi e snelli. A che punto siete?
«Siamo in linea con i programmi. La deadline che ci siamo prefissati è essere pronti per l’inizio di Giugno in vista dell’Itma a Milano. Sarà per noi una vetrina unica che non possiamo perdere. Il tessile mondiale sarà raggiungibile in meno di un’ora. Poter ospitarli, e far toccare con mano quanto abbiamo realizzato in questi mesi, mostrando i macchinari che stiamo installando, sarà un’occasione unica».

– Infine, mi permetta un’ultima domanda. Nel Biellese da anni si parla di futuro sostenibile. Su cosa il territorio dovrebbe investire per diventare davvero sostenibile e non solo dal punto di vista industriale?
«Viviamo in un luogo con una ricchezza paesaggistica incredibile e una qualità della vita buona. Il turismo è un’opportunità che va cavalcata. Naturalmente dovremmo puntare sulle infrastrutture, le vie di comunicazioni e promuovere il patrimonio immobiliare che, oggi, con i prezzi così bassi è appetibile rispetto ad altre città vicine. Abbiamo una fortuna: una ricchezza che tanti ci invidiano, il ‘saper fare’. Il tessile è il nostro valore, la nostra identità e le competenze che abbiamo vanno trasmesse anche alle nuove generazioni. Sarò un inguaribile ottimista, ma mi sembra che negli ultimi anni si è iniziato anche a diversificare molto. Dobbiamo far sì che i giovani vivano il nostro territorio e, noi per primi, valorizzare le loro ‘talentuosità’. Dobbiamo continuare ad essere attrattivi, insomma».
Michele Porta

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