Avete una grande storia che può accendere «Luci di cultura»

L’INTERVISTA A UGO NESPOLO.

Ugo Nespolo nei giorni scorsi ha ricevuto il Premio Mario Pannunzio, premio nato nel 1982, che consiste in un’incisione artistica in argento di Mino Maccari. Viene assegnato annualmente a eminenti personalità che si sono distinte, per il loro spirito libero, nel campo artistico, culturale e giornalistico. Nelle passate edizioni sono stati premiati nomi illustri come Piero e Alberto Angela, Indro Montanelli, Enrico Paulucci, Alberto Ronchey e Giovanni Spadolini.

– Nespolo, complimenti per il prestigioso premio. Cosa significa per lei ricevere il Pannunzio?

«Significa molto. Essendo stato in prima linea insieme a Angelo Pezzana nella nascita del Partito Radicale a Torino e avendo aiutato a portare avanti numerose battaglie civili quali l’aborto, il divorzio, le battaglie omosessuali, ho avuto modo di frequentare Marco Pannella che con Pannunzio, Mario Soldati e Maccari sono stati gli alfieri di una cultura libertaria, quella che ho sempre condiviso e frequentato. Ricevere questo premio è il riconoscimento del lavoro di quegli anni ed è per me motivo di grande soddisfazione».
Fiorenzo Alfieri, assessore nella giunta Castellani, a Torino ideò le Luci d’Artista, la cui venticinquesima edizione è stata a lui dedicata. Oggi le Luci d’artista sono forse un punto di riferimento dell’arte contemporanea.

– Quant’è importante la ‘collezione’? Oltre ad illuminare la città quale riflesso economico porta?

«Le attività culturali diffuse, in particolari ricorrenze come il Natale, sono la linfa vitale delle nostre città. Torino ha un grande patrimonio museale come il Museo del Cinema (Nespolo ne è stato Presidente per alcuni anni e di cinema si è occupato dando vita con altri al Movimento del Cinema Sperimentale Italiano n.d.r.), il Museo Egizio ed altre istituzioni museali e fondazioni private. La città ha una vera vocazione di taglio culturale che a differenza di altri luoghi che ospitano un turismo di massa deve dirigersi verso la ricerca di un turismo di qualità. Così chi viene in città può venire per i suoi monumenti, le sue attività culturali e la sua ricerca di un turismo cultural-popolare che la può rendere una meta molto ambita e ricca di qualità».

– Lei, mi pare, ha lasciato intendere che “l’arte debba coinvolgere tutta la città comprese le periferie”.

«L’arte si trova in un percorso obbligato che la costringe a scegliere. Questa scelta oscilla tra l’essersi ridotta a degli oggetti di puro collezionismo ed investimento e quindi trasformarsi in elementi di decorazione oppure provare a diffondersi e portare con sé messaggi di cultura diffusa. Uno degli esempi che nei giorni scorsi è andato in scena a Torino è stato il Torino Film Festival nel quale l’idea del cinema come arte popolare e diffusa combatte l’idea di un cinema intellettuale e rarefatto e quindi poco visibile».

– Spesso, però, la politica confonde le sagre con le manifestazioni culturali. Alcune settimane fa, su ‘Eco’, Luca Scarlini ha detto che spesso i politici locali l’arte e la cultura non la capiscono, ci arrivano in ritardo. E’ d’accordo?

«Non possiamo fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono città in cui i piani culturali ci sono. Certo, una buona amministrazione, se ha un assessore preparato, dovrebbe capire in modi diversi, con atteggiamenti diversi e con finanze diverse che un panorama culturale diffuso è fondamentale. Avete la fortuna di avere a Biella Michelangelo Pistoletto, un’eccellenza a livello internazionale. Una forza da “usare” e un assessore alla cultura che deve cavalcarla. Talvolta torno nel biellese a Mosso chiamato ora inspiegabilmente Valdilana e mi accorgo che sul piano culturale sono rimaste poche cose. Ci vorrebbe – per, in qualche modo, animare la scena triste dell’abbandono di questi territori – la capacità di mettere in atto iniziative culturali con idee e artisti disponibili».

– Biella e il suo territorio hanno un patrimonio culturale da esportare come valore turistico?

«Ho realizzato una mia mostra chiamata “Ritorno a casa” nel Museo del Territorio Biellese. Oggi di quel museo non sento più parlare. Un peccato lasciarlo dormire silenziosamente. Ha una struttura meravigliosa, spazi stupendi. Ricordo che la Fondazione Cassa di Risparmio ai tempi di Luigi Squillario metteva in scena molte iniziative. Uno degli impegni delle fondazioni bancarie, si sa, è quello di lavorare anche sui piani culturali. La stessa città di Biella ha bisogno di cultura. Si sa ad esempio che la città dispone di un archivio industriale di grande rilievo, documenti che raccontano la storia del biellese fatta di uomini geniali, iniziative di grandissimo interesse internazionale che è bene far conoscere ed intorno alle quali promuovere per aggiornare luci di cultura ed esempi da imitare».

– Quando torna nel Biellese, che idea si fa di questo territorio?

«Un’idea malinconica sia perché ripensare al passato lascia un segno di momenti felici vissuti in quei luoghi e ora terminati sia perché oggettivamente ripercorrere ad esempio il tratto di strada che da Valle Mosso porta a Mosso si trasforma davvero in una pena fatta delle visioni tristi di fabbriche abbandonate, edifici fatiscenti come ad esempio la grande Fabbrica Picco di cui mio zio Franco Garbaccio era Direttore. Non si riesce ad immaginare una possibilità di ritorno ad un territorio produttivo e ad aziende sane che possano nutrirlo di valori economici per questo ammiro molto Michelangelo Pistoletto che ha avuto forza e coraggio di rivitalizzare spazi industriali abbandonati per trasformarli in un grandioso progetto culturale dai risvolti internazionali».
Michele Porta

LA FONDAZIONE RISPONDE A UGO NESPOLO

caret-down caret-up caret-left caret-right

Facendo riferimento all’intervista rilasciata su «Eco di Biella» in data 12 dicembre 2022 da Ugo Nespolo precisiamo che la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella ha investito con continuità ininterrotta in 30 anni di attività oltre 31 milioni di euro nell’area «Arte e cultura» alla quale, negli ultimi anni, sono andati oltre un terzo delle risorse dedicate all’attività istituzionale.
Oltre a sostenere mostre, esposizioni, rassegne artistiche, teatrali e musicali, Festival culturali e numerose altre iniziative di terzi, attiva direttamente, attraverso la propria società strumentale Palazzo Gromo Losa srl, mostre ed eventi presso i propri spazi espositivi Palazzo Gromo Losa e Spazio Cultura.
Quest’ultimo in particolare, nella sua lunga attività, ha tra l’altro ospitato una personale dell’artista Ugo Nespolo che invitiamo a venire più spesso nel Biellese, onde poter toccare con mano l’intensa attività culturale della Fondazione e del nostro territorio.

Lascia un commento