Siccità e pioggia: la favola è finita ma…

L’INTERVISTA AL COLONNELLO MARIO GIULIACCI

Ondate di calore potentissime, siccità, una crisi idrica fra le più gravi di sempre: uno scenario preoccupante, quello che ci mette davanti quest’estate ancora più che in passato.

– Quanto è grave la situazione nel nostro territorio?

A rispondere ad una serie di interrogativi è il colonnello Mario Giuliacci, meteorologo, accademico italiano e personaggio televisivo.

«Intanto, faccio una premessa importante – ci spiega il colonnello Mario Giuliacci – smentisco categoricamente, visto il tema di questi giorni, che le temperature prossimamente toccheranno i 45/50°. Non è assolutamente vero, al massimo potremo arrivare ai 41-42° non di più».

– Siccità. Per voi esperti lo scenario davanti al quale ci troviamo è una sorpresa? L’allarme era già stato lanciato anni fa. È stato fatto poco o nulla?

«Sino a due o tre anni fa, a parlare di cambiamenti climatici erano solo gli addetti ai lavori, i meteorologi e i climatologi. La gente lo avvertiva come un problema lontano, ma oggi la favola è finita. Adesso la gente tocca con mano il cambiamento e quindi va accettato il dover cambiare qualcosa nel nostro modo di vivere. Bisogna agire e fare qualcosa subito. Per produrre energia dobbiamo, per esempio, realizzare i termovalorizzatori (una discarica inquina otto volte di più) e minimi invasi idrici (invasi non più alti di sei metri che possono contenere al massimo 60-90mila metri cubi di acqua per soddisfare le esigenze idriche nel raggio di 50 km), tanto per citare alcuni esempi. Abbiamo il dovere di realizzarli, non possiamo più aspettare, è inutile opporsi a prescindere, servono e basta. Tutte le dighe che oggi abbiamo sono state costruite nell’epoca fascista. Oggi siamo nelle mani degli ambientalisti, dei Comuni, delle Regioni che si oppongono a qualsiasi realizzazione e il Governo non ha la forza di decidere. Di questo passo non faremo mai nulla e l’ambiente non può essere oggetto di spartizione politica. Spesso invochiamo la pioggia, ma come possiamo invocare la pioggia nella stagione meno piovosa dell’anno, l’estate. I fiumi e i torrenti non si riempiono per merito dei pochi temporali che ci sono (in Piemonte e Lombardia in estate piovono in media 80 litri su mq), si riempiono per merito dello scioglimento della neve, ma siccome quest’anno ha nevicato pochissimo, i fiumi non hanno la possibilità di essere alimentati. Quindi per farla breve, questa siccità purtroppo durerà fino a fine agosto e solo con l’arrivo delle piogge autunnali rimetteremo in moto i corsi d’acqua».

– Le piogge critiche, forti e concentrate in poco tempo, per il Biellese rappresentano storicamente il maggior rischio alluvione. Capitò nel 1968 nella valle dello Strona, nel 1994 a Mongrando e nel 2002 in Valle Cervo. Il territorio ha investito capitali ingenti in fatto di prevenzione, ma nella sua globalità il Biellese resta una zona a rischio elevato e costretta a convivere con l’eventualità di smottamenti o inondazioni. Quanto incide oggi la siccità su questo rischio?

«Incide parecchio. Tutto questo avviene con la caduta di piogge eccezionali. In estate abbiamo i nubifragi e i temporali che colpiscono in maniera forte una singola area e durano in media alcune ore, facendo cadere 100 millilitri d’acqua e provocando allagamenti locali. In autunno, invece, le piogge possono durare due o tre giorni e ovviamente essendo intense provocano inondazioni e alluvioni. Sa cosa c’è da temere? Quando arriverà la prima pioggia autunnale, se sarà forte, incontrando il suolo secco e non riuscendo a penetrare nel terreno, riempirà inevitabilmente torrenti e fiumi che non saranno in grado di contenerla. Questa volta con questa importante siccità rischiamo davvero una nuova alluvione. Dobbiamo sperare che l’autunno inizi con piogge leggere».

– Quali sono le caratteristiche e le condizioni del nostro territorio (Biella e il Piemonte) in questo momento e le previsioni sui prossimi anni?

«Le condizioni sui prossimi anni sono pessime. Quello che stiamo sperimentando oggi è l’effetto di ciò che avevano previsto anni fa, ovvero l’effetto dell’aumento dei gas serra e del surriscaldamento del pianeta. Dal 1970 ad oggi, abbiamo emesso nell’atmosfera 100 unità in più di gas serra. Nel 1980 erano 320 unità e oggi sono 420.

Michele Porta

CHI È MARIO GIULIACCI

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Il colonnello Mario Giuliacci, nato a Città della Pieve il 29 novembre 1940 è un meteorologo, personaggio televisivo e accademico italiano. Dopo aver conseguito la maturità classica, si laurea in Fisica presso l’Università degli Studi La Sapienza a Roma ed entra nel Servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare. Dal 1983 al 1990 dirige, come colonnello, il Centro meteorologico di Milano Linate, uno dei principali centri meteorologici dell’Aeronautica Militare. Dal 1992 al 2010 si occupa della rubrica meteorologica sui quotidiani Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport.
Dal 1986 al 1993 è stato docente di Fisica dell’atmosfera presso il Corso di Laurea in fisica dell’Università agli Studi di Milano e poi, dal 1994 a 2014, nel Corso di Laurea in Scienze ambientali presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Nel 1992 contribuisce alla fondazione del Centro Epson Meteo, con il quale collabora fino al 2010 occupandosi delle previsioni meteorologiche per i telegiornali Mediaset e per diversi siti internet. In questa veste, dal 1997 al 2010 conduce le previsioni del tempo del TG5 delle ore 8 e delle ore 20, venendo affiancato dal figlio Andrea a partire dal 2002. Dal 2005 cura per la rivista Dipiù Tv le previsioni del tempo e dal 2008 al 2010 partecipa alla trasmissione Mattino Cinque con Barbara D’Urso. Ad aprile 2011 firma un contratto televisivo in esclusiva con LA7 e dal 9 aprile 2011 conduce ogni weekend il meteo alle 7:30 e alle 9:30. È docente di meteorologia presso l’Istituto Aeronautico Antonio Locatelli di Bergamo.

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