L’ACQUA, TRA NATURA E PAESAGGI UNESCO

Report BIelleseGreen oggi vi porta a scoprire l’acqua, tra natura e artificio nei paesaggi Unesco del Piemonte.

Nel corso del Forum città creative Unesco, svoltosi lo scorso 23 ottobre a Città Studi, particolare interesse ha suscitato l’intervento del professor Andrea Rolando che, parlando dell’acqua, ha illustrato il progetto «L’acqua, tra natura e artificio nei paesaggi Unesco del Piemonte».

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PARLA ANDREA ROLANDO

Le città creative Unesco a sostegno della sostenibilità

L’acqua, tra natura e artificio in Piemonte

Andrea Rolando ci spiega il progetto «Anello tra i siti Unesco» Un percorso di 600 km da Avigliana, Oropa, Casale fino a Torino

di Michele Porta

Nel corso del Forum città creative Unesco, svoltosi lo scorso 23 ottobre a Città Studi, particolare interesse ha suscitato l’intervento del professor Andrea Rolando che, parlando dell’acqua, ha illustrato il progetto «L’acqua, tra natura e artificio nei paesaggi Unesco del Piemonte».
Promosso dal Politecnico di Milano con il supporto di Visit Piemonte (la società in house della Regione Piemonte e di Unioncamere Piemonte, che si occupa della promozione turistica del territorio) e della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, il «Grand Tour Unesco in bicicletta» è un progetto ad anello che mette in relazione i siti Unesco del Piemonte con un modello lento e sostenibile, che mette in evidenza soprattutto il territori intermedi e che sono compresi «tra» quelli già riconosciuti come destinazioni turistiche: grazie all’utilizzo della bicicletta, si raggiungono 25 luoghi riconosciuti, per varie ragioni, dall’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.
Siti come l’Ivrea di Olivetti, che fa parte del patrimonio Unesco, luoghi che hanno un riconoscimento per le loro caratteristiche naturali, come il Geoparco Sesia Val Grande, i MaB (Man and the Biosphere) le riserve che l’Unesco riconosce proprio per la relazione tra uomo e natura, i siti seriali delle residenze Sabaude, quelli dei Sacri Monti e altri come le città creative, come Biella, Alba e Torino. Tra la valle della Dora e quella della Sesia, il Biellese si trova in una posizione privilegiata.
«L’idea che abbiamo proposto – ha spiegato Andrea Rolando – è quella di pensare a un modello di turismo responsabile per visitare i luoghi utilizzando il treno, la bicicletta e i mezzi pubblici locali facilitando l’accessibilità e attraversando e lasciandosi sorprendere dai luoghi meno frequentati. Un percorso suddiviso in quattro archi. Il primo parte da Avigliana e arriva ad Oropa; il secondo riparte da Oropa passando per Biella e arriva a Casale Monferrato; il terzo partendo da Casale arriva a Racconigi e, infine, l’ultimo anello che da Racconigi ritorna ad Avigliana».
Rolando ha fatto notare, che sui percorsi quello che colpisce è la rete dei fiumi che caratterizzano la forma del paesaggio piemontese, che costituiscono una ragione vitale dell’economia della Regione, tra i monti e le pianure e che, tra l’altro, molto hanno da insegnare rispetto agli obiettivi di sostenibilità che le stesse Nazioni Unite indicano, al fine di migliorare le relazioni tra uomo e natura per il futuro del pianeta.
«Come sappiamo – ha continuato – le residenze Sabaude, che sono beni del patrimonio Unesco, sono letteralmente appoggiate e connesse ai fiumi: il castello di Moncalieri con il Po, Racconigi con il Maira, Stupinigi è nei pressi del Sangone, il castello di Rivoli all’imbocco della valle della Dora Riparia e la Venaria Reale della valla Stura. Tutto questo per dire cosa? Che i fiumi sono davvero la struttura portante dello straordinario paesaggio d’acqua della Regione. Questi quattro anelli si sviluppano spesso lungo i fiumi e i canali e coprono complessivamente 600 chilometri di strade secondarie e sono totalmente fattibili anche in giornata per chi arriva da Torino a da Milano in treno, raggiungendo una delle molte stazioni che sono posizionate lungo il percorso, con percorsi dedicati persino dagli aeroporti di Malpensa e Caselle».Questa idea è anche un progetto di territorio e la bicicletta è l’elemento portante per visitarlo. Il progetto «Anello tra i siti Unesco», si sviluppa intorno ai siti, elementi di ancoraggio, con lo scopo di promuovere però soprattutto gli spazi attorno a loro. Ciò che interessa maggiormente, infatti, è proprio il territorio a margine. Il modello è stato sviluppato e pensato anche in altre regioni d’Italia, a significare che il progetto è un modello ripetibile.

Il modello in Puglia
Intervenendo sull’acqua, tema del Forum, Rolando ha citato anche un progetto simile per un percorso progettato tra Puglia e Basilicata, dove è stata utilizzata come spina dorsale il percorso l’acquedotto pugliese. Un’opera straordinaria lunga più di 400 km che porta l’acqua irrorando letteralmente tutto il territorio fino all’estremo sud di capo Santa Maria di Leuca.
Lungo la via, che viene utilizzata per la manutenzione dell’acquedotto, da tempo è stato promosso un itinerario ciclo-turistico che consente di attraversare tutto il paesaggio. L’acquedotto pugliese passa sotto Castel del Monte che è uno dei siti del Patrimonio Unesco. Anche in questo caso, il treno è l’infrastruttura basilare per l’accessibilità, che permette di raggiungere Foggia per poi muoversi in bicicletta e attraversare la Foresta Umbra e toccare Monte Sant’Angelo, scendere poi sulla costa per risalire verso il sito archeologico di Canne della Battaglia e Castel del Monte, passare per il Parco dell’Alta Murgia e seguendo sempre la traccia dell’Acquedotto, arrivare ad Alberobello e infine a Matera: in tutto, 5 siti del Patrimonio UNESCO. Anche in questo caso, l’acqua ha costituito uno degli elementi fondamentali per comprendere meglio il paesaggio e promuoverne la valorizzazione.

Tornando al Piemonte, questo ci fa capire l’importanza dell’acqua, non solo come elemento naturale, ma anche come fondamento per le attività dell’uomo: fonte di alimentazione e di energia. E che attraversare i paesaggi che, in questo senso, potremmo chiamare «produttivi» in modo lento, in bicicletta, seguendo le tracce che affiancano elementi lineari come un fiume o un canale che irriga la campagna, percorrendone le sponde fino a incontrare una fornace o una derivazione idraulica, passare per una fabbrica che sfrutta l’energia dell’acqua, fermarsi in corrispondenza di un casello o di una stazione ferroviaria, costruita in stretta relazione con un’attività economica che ha plasmato un territorio, guardare a un monumento in rapporto alla vicenda umana e imprenditoriale di chi lo ha voluto e al paesaggio che lo accoglie, consente di mettere davvero in relazione profonda i luoghi con le persone, di dare concretezza alle vicende storiche, artistiche ed economiche e di comprendere a fondo come certi luoghi siano profondamente radicati nel territorio che li ha prodotti e che segnano il paesaggio piemontese, Il Biellese in questa prospettiva è davvero unico. I suoi fiumi tra Elvo e Sessera, con il Cervo al centro sono davvero luoghi esemplari. Insomma, l’acqua può diventare un elemento trainante anche per un nuovo modo di leggere, conoscere e valorizzare i luoghi che abitiamo con occhi nuovi, offrendo nuove proposte per un turismo più responsabile, che sia capace di scoprire i luoghi più preziosi, che spesso si trovano proprio nascosti nelle pieghe del paesaggio.

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