BIELLA: IL CIELO È SEMPRE PIÙ BLU?

Report BIelleseGreen oggi vi porta a scoprire tutti i numeri dell’Ecosistema urbano a Biella rispetto ai 105 capoluoghi italiani e piemontesi. Il risultato peggiora rispetto allo scorso anno.

La città di Biella si colloca nel 2023 al 45° posto su 105 città capoluogo nella classifica globale di Ecosistema Urbano di Legambiente e IlSole24Ore. Una posizione di metà classifica che determina un arretramento di oltre 10 posizioni rispetto al 2022 e vede Biella a livello regionale preceduta da Verbania e Cuneo, ma davanti alle altre 4, fanalino di coda Alessandria che è anche nelle ultime posizioni a livello nazionale.

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STATO DELL’ARTE

Ecosistema urbano, perdiamo terreno in modo costante: dal 9° posto del 2020 al 45° del 2023

Le istituzioni cedono il passo Delega ai cittadini

di Roberto Azzoni

«Ma il cielo è sempre più bluuuu…uu…uu». Il motivo di Rino Gaetano del 1975 ricorda la canzone ripresa nel tempo da decine di cantanti di ogni epoca. Nella versione originale ci sono 80 «chi» e ognuno è riferito a una persona, a un comportamento o un vizio.

E ognuno di noi si poteva (e può) cercarsi lì dentro. Tanto, alla fine, per tutti il cielo era (è) sempre più blu.
Un pretesto, questo, per affrontare il tema di questo Report sull’Ecosistema urbano 2023 di Legambiente che vede Biella perdere terreno sul fronte del benessere ambientale: dal 9° posto del 2020 al 32° del 2022 al 45° di oggi. Non un patrimonio disperso, piuttosto una città ferma, mentre gli altri migliorano. Forse è così, probabilmente chi governa si è accontentato dello status quo. E’ un tema di visione. Il sindaco Corradino sostiene che il suo sogno è una città da ripulire, vivere, ammirare. Ma non muove un dito in questa direzione per mille ragioni che spiega nella nostra intervista.
E allora anche a Biella, che guarda dall’alto della sua montanità territori più compromessi a sud (da Vercelli a Torino, da Novara ad Alessandria) e dove il cielo «è sempre più blu» che altrove (ma è sufficiente?), non resta che delegare il compito alla responsabilità e alla consapevolezza dei singoli. Un po’ come è successo alcuni giorni fa – e lo dico solo a titolo di esempio – quando un gruppo di dipendenti Sella con i loro famigliari è sceso in piazza in una mattina di riposo per raccogliere i rifiuti abbandonati, per contribuire attivamente a tenere pulita la città dove vive e lavora. Come ha detto una dei protagonisti, Beatrice Longhi: «Trovo rigenerante ritagliarsi un po’ di tempo per metterlo a servizio della comunità perché siamo consapevoli che il nostro intervento oltre ad essere efficace nell’immediato è un forte segnale di sensibilizzazione ed educazione soprattutto dei più giovani».

I NUMERI DI BIELLA

I DATI CONFERMANO CHE BIELLA SI è FERMATA

Biella non è più una città sostenibile. Perdute 36 posizioni

Eravamo tra i primi dieci capoluoghi in Italia nel 2020. In tre anni siamo scesi al 45° posto

di Marziano Magliola

A chi spetterà l’onore di governare la città nei prossimi anni – le elezioni sono alle porte e le promesse, ormai, lasciano il posto ai consuntivi – non mi permetterei mai di dare consigli perché, come diceva mia madre, consigliare è uno sforzo che porta a scarsi risultati o addirittura è inutile. Lo diceva in piemontese, con la saggezza di una generazione che aveva superato, tra mille difficoltà, due guerre mondiali, e vi assicuro che il concetto era, ed è tuttora, di facile comprensione e di immediato recepimento: «ȓ’è paid laveje ȓa testa a ȓ’àso: te sgaiȓi, temp, eva e savon» (traduco per i non indigeni: è come lavare la testa all’asino, si spreca tempo, acqua e sapone). Per evitare gli sprechi, che per un biellese suonano sempre come un sacrilegio, mi limito ad una raccomandazione – chiunque sia chiamato a gestire la cosa pubblica eviti di scrivere i soliti fumosi e inutili proclami elettorali e si concentri sugli errori del passato – per evitare di ripeterli; sulle reali necessità del territorio – poche, stradette e non più rinviabili; sui numeri che, periodicamente, centri studi e giornali pubblicano sullo stato dell’arte del Paese e, in particolare, sulle prospettive di una provincia, la nostra, che scivola ingloriosamente, anno dopo anno, verso le posizioni basse delle classifiche – ahinoi! di quasi tutte le classifiche.
L’ultimo report riguarda la tutela dell’ambiente, un tema che vede l’Italia in clamoroso ritardo e, a sentire gli esperti, con una percentuale di drammaticità allarmante se non corre al più presto ai ripari per difenderlo – dall’inquinamento e dal cambiamento climatico. Non potendo farci carico dei problemi del «mondo», occupiamoci dei nostri e vediamo se, partendo dai numeri, riusciamo, con uno sforzo comune, a invertire la tendenza e a risalire di qualche posizione. Anticipo le obiezioni – i numeri sono opinabili, sono soggetti a manipolazioni e i cittadini non li capiscono. Nei programmi, per essere credibili, i partiti si concentrino sui progetti e li trasformino, nel corso della legislatura, in fatti concreti. Non voglio mettere il dito sulla piaga, ma ricordare, sommessamente, che guerre, calamità naturali e immigrazione costringono i governi, non solo quello attuale, a cambiare programmi, annullare promesse e ad aggiornare le prospettive – e gli enti locali a ridimensionare i desiderata, con troppa enfasi sbandierati in campagna elettorale. Se avessero abbandonato la propaganda, e fossero partiti, per amministrare, dai numeri ricevuti in eredità, in particolare quelli negativi, avrebbero forse reso meno appetibile il loro programma ma non dovrebbero, oggi, fare i conti con la delusione per non averlo rispettato.
Nelle tabelle a fianco dell’articolo, troverete alcuni dati significativi e meritevoli di attenzione. Sono ripresi da «Ecosistema urbano trentesima edizione»: il punto sulle performance ambientali delle città italiane e la classifica 2023, dove Biella si colloca al 45° posto su 105 città capoluogo nella classifica globale di Legambiente e Sole 24 Ore. Una posizione di metà classifica, che denuncia un arretramento di oltre 10 posizioni rispetto all’anno precedente.
Se la classifica ci penalizza, i punteggi (la somma di tutti i parametri utilizzati) non subiscono sensibili variazioni – siamo passati dal 64.5 del 2018 al 59,4 dell’anno in corso, attestandoci su una media costante (59 o poco più) nell’ultimo triennio.
Che cosa significa? Significa che siamo rimasti fermi, che non ci sono stati interventi risolutori per il rilancio. Mentre altre città hanno messo in atto provvedimenti che le hanno fatte crescere, migliorando la loro posizione, Biella si è comportata come una squadra di calcio che si accontenta del pareggio – non perde, ma è improbabile che possa vincere il campionato.

L’INTERVISTA AL SINDACO DI BIELLA

Sul futuro sostenibile parla il sindaco Corradino

Vorrei una città a misura d’uomo…

Benché io sia un appassionato di bici ho dovuto abbandonare le piste ciclabili. Sulla mobilità bisogna fare scelte coraggiose

di Michele Porta

Strada in salita per le città italiane segnate negli ultimi 30 anni da una crescita lenta e troppo altalenante dove le emergenze urbane restano più o meno le stesse: smog, trasporti, spreco idrico e auto circolanti rimangono, infatti, le questioni più critiche da affrontare. E Biella non è da meno.
È quanto emerge, dalla 30 esima edizione di «Ecosistema Urbano 2023». Nella nostra lunga conversazione con il sindaco Claudio Corradino, abbiamo chiesto, prima di addentrarci nelle questioni strettamente locali, quale idea di futuro ha di questa città.
«Vorrei una città a misura d’uomo, una città che quando si trova a dover affrontare manutenzioni ordinarie interviene tempestivamente. Una città, che sia attraente per chi la vive ogni giorno e per chi, arrivando dall’esterno, la possa trovare altrettanto attraente al punto da poterci venire a vivere. Oggi, il problema di Biella, come per altri capoluoghi italiani è demografico. Consapevoli e preoccupati per la crisi della nostra città, convinti che si facciano meno figli anche a causa delle condizioni economiche, la fotografia che abbiamo davanti a noi ci deve far riflettere. E i temi legati allo sviluppo sostenibile, senza dimenticare i cambiamenti climatici, dovranno avere un impatto senza precedenti sulle infrastrutture future».

– Biella, per il numero limitato di abitanti come tanti capoluoghi italiani è costretta a fare i salti mortali per gestire i bilanci comunali. Quali investimenti occorrerebbero per avere strutture moderne e collegamenti più efficienti per avere un impatto positivo sull’ambiente e sull’economia?
«Mi ricollego alla domanda iniziale. Vede, il problema dell’isolamento a Biella è un tema che si trascina da decenni. Anche se non ci riguarda in prima persona il Comune di Biella deve giocare un ruolo importante per garantire che il numero di tratte ferroviarie verso Milano e Torino vengano aumentate. Se questa prospettiva si concretizzasse, ‘sarebbe una boccata d’ossigeno importante anche per il turismo e per lo sviluppo industriale e commerciale’. Certo è, che una volta arrivati alla stazione San Paolo manca un’offerta adeguata per i servizi pubblici locali e in questo senso, dovremo ampliare l’offerta e cercare di investire proprio sui mezzi pubblici. Poi, mi permetta una provocazione: quando abbiamo messo in campo i bus per ovviare al mancato funzionamento della funicolare, in pochi li hanno utilizzati. Serve quindi maggiore sensibilità, sia da parte nostra, sia da parte dei cittadini a utilizzarli maggiormente. Certo, ci impone anche delle scelte che non sempre troverebbero concordi i cittadini, quali, un maggior aumento della zona Ztl e l’utilizzo dei parcheggi circostanti per non intassare la città che, nelle ore più calde, ha un numero elevato di automobili circolanti».

– Tra gli indicatori che premiano le città green e che trovano il consenso della popolazione emergono: il verde, la dispersione idrica, il consumo del suolo e la qualità dell’ozono. Sindaco, Biella su questi temi non è proprio messa bene.
«Sì, anche su questo aspetto dobbiamo impegnarci di più. In particolare sulla dispersione dell’acqua nella rete idrica».

– Mi riallaccio subito all’ultima considerazione emersa dal Forum Unesco che dimostra come le criticità ambientali mettono a rischio il nostro sistema di vita. Viviamo in una città dove il numero delle auto che circolano è tra i più alti in Italia. La bici è un mezzo ecologico. Allora perché la sua giunta in questi anni non ha puntato sulle ciclabili e su una maggiore offerta del trasporto pubblico?
«Benché io sia un appassionato della bicicletta, pensi, che a casa ne ho più di cinque. Purtroppo abbiamo dovuto abbandonare l’ampliamento delle piste ciclabili in quanto la città non era predisposta ad accoglierle. Non siamo in Olanda. Il rischio che gli incidenti aumentassero era davvero forte. E’ vero, però, che Biella fa un uso dell’auto molto elevato e su questo dobbiamo cercare di potenziare il servizio pubblico locale limitando l’accesso alle zone centrali della città, anche andando incontro a molte critiche. Devo dire, invece, che con tante difficoltà abbiamo messo in sicurezza il bilancio e nei prossimi anni, grazie anche al recupero e al risparmio di denaro, sono certo che possiamo davvero iniziare un percorso più efficiente per migliorare il traffico cittadino».

– Infine, a quattro anni dal suo insediamento quali sono state le principali difficoltà e quali le maggiori soddisfazioni?
«Partiamo dalle note dolenti. Il forno crematorio, la crisi della Seab, la battaglia dell’acqua e non ultimo il periodo covid, sono state le maggiori difficoltà che ho incontrato. I contributi che sono stati messi in campo con il Pnrr – non dovrei dirlo – forse sono stati più un problema che una risorsa, ma, senza quel denaro non avremmo potuto mettere in sicurezza molte strutture pubbliche e sportive che erano ormai vetuste. La soddisfazione più grande? Ho sempre messo la faccia e cercato malgrado i tanti impegni, di accogliere e ascoltare le persone che ogni settimana mi hanno chiesto un incontro. Questo, almeno credo, la comunità di Biella me lo deve riconoscere».

INTERVIENE GIUSEPPE PASCHETTO

L’intervento di Paschetto, ambientalista e attivista di lunga data

Solo migliorando il trasporto pubblico ci sarà una svolta

Primo: investire su nuove linee e flussi per treni e autobus e incentivare car sharing, car pooling e l’uso delle biciclette. Con meno auto sulle strade benefici per vivibilità e salute pubblica

di Giuseppe Paschetto

La città di Biella si colloca nel 2023 al 45° posto su 105 città capoluogo nella classifica globale di Ecosistema Urbano di Legambiente e IlSole24Ore. Una posizione di metà classifica che determina un arretramento di oltre 10 posizioni rispetto al 2022 e vede Biella a livello regionale preceduta da Verbania e Cuneo, ma davanti alle altre 4, fanalino di coda Alessandria che è anche nelle ultime posizioni a livello nazionale. Vediamo i risultati disaggregati nei 19 parametri ambientali considerati nella redazione della classifica.

I dati migliori si registrano rispetto all’energia solare installata negli edifici pubblici che vede Biella al 13° posto assoluto con con 11,3 kW ogni 1000 abitanti. Bene anche per i consumi idrici ridotti (124 litri al giorno ad abitante e 16° posto) per le isole pedonali con 60 metri quadri per abitante e 18° posto per i rifiuti prodotti (448 kg ad abitante all’anno e 21° posto) così come per l’alberatura con 26 alberi ogni 100 abitanti e 27° posto.

Nella parte medio alta della classifica per la raccolta differenziata con 70 kg annui per abitante e 30° posto e per le polveri sottili pm 10 e pm 2,5 rispettivamente 30° e 35° posto.

Da qui cominciano i dati meno positivi. Per il biossido di azoto il capoluogo si colloca al 41° posto, le vittime della strada sono 5 tra morti e feriti ogni 1000 abitanti (44° posto), le ciclabili assommano a 9 metri ogni 100 abitanti (49° posto), l’indice di consumo del suolo indica Biella al 50° posto. Il livello di ozono decreta la collocazione di Biella al 53° posto con 44 giorni di sforamento e la città è al 54° posto rispetto all’ampiezza della Ztl.

A questo punto arrivano le dolenti note. I dati che seguono collocano Biella nella parte bassa della classifica a cominciare dal verde urbano con soli 20 metri quadrati per abitante (67° posto) proseguendo con la dispersione idrica che vede Biella, anche se virtuosa nei consumi, sprecare il 55% dell’acqua immessa in rete (79° posto).

Gli ultimi tre parametri affondano Biella decisamente nei bassifondi della classifica nazionale. 90° posto in quanto a motorizzazione con ben 74 auto ogni 100 abitanti, 97° in quanto a utilizzo del trasporto pubblico e addirittura quintultima al 101° posto per quanto riguarda l’offerta del trasporto pubblico.

Emerge da questa indagine il volto di una città che ha una serie di criticità riguardo al consumo di acqua, come si è visto si tratta di una rete colabrodo, e al verde pubblico carente (basti pensare a Verbania che si colloca ai primi posti a livello nazionale per quanto riguarda il verde urbano) ma che ha il vero punto debole nella gestione del traffico e del trasporto pubblico. Anche senza il conforto dei dati di Legambiente e Sole 24 ore è chiaro a chiunque si rechi a Biella o vi abiti che si tratta di una città stritolata dal traffico, con un trasporto pubblico carente e con una offerta inadeguata. Il principale problema cittadino su cui dovrebbero concentrarsi l’amministrazione attuale e quella che verrà è proprio quello dell’uso eccessivo delle auto private e della parallela carenza di trasporto pubblico, inteso come trasporto urbano ma anche extraurbano. Con interventi coraggiosi e intelligenti per l’incremento del trasporto pubblico, e senza escludere car sharing, car pooling, incentivazione dell’uso della bicicletta attraverso il miglioramento delle infrastrutture, la città potrà abbandonare le ultime posizioni rispetto a quei tre parametri. E sicuramente anche i dati sull’inquinamento dell’aria (ozono, biossido di azoto, polveri sottili e ultrasottili) miglioreranno, in parallelo con vivibilità e miglior salute collettiva.

INDAGINE ENERGED

Tra le città più inquinate d’Italia, Torino, Milano e anche Alessandria ed Asti

La chiave di volta per mitigare il cambiamento climatico e ridurre drasticamente l’inquinamento è senz’altro il fotovoltaico. «Con le nuove tecnologie, in un arco di tempo pari alla durata di vita di un impianto fotovoltaico di medie dimensione, si arriva ad un risparmio di 7.750 tonnellate di Co2» puntualizza l’ingegnere Moreno Scarchini, fondatore e ceo EnergRed, E.s.co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane, che – basandosi su diversi dati storici – ha ora calcolato un suo Indicatore Sintetico di Inquinamento (Isi).

Ma quale è la situazione dell’inquinamento nelle nostre città? Mettendo insieme le peggiori performance in base alle medie annuali (μg/mc) del Pm10, del Pm2,5 e dell’No2, EnergRed osserva come la situazione stia peggiorando, soprattutto a Milano e Torino. Sul podio dell’inquinamente si classificano proprio queste due città: Milano con un Isi pari a 96 (35 μg/mc di Pm10, 23 μg/mc di e 38 μg/mc di No2) e Torino con un Isi pari a 94 (35 μg/mc di Pm10, 22 μg/mc di e 37 μg/mc di No2).

Nella graduatoria seguono tra le prime dieci anche Como, Padova, Alessandria, Cremona, Vicenza, Lodi, Modena e tra le prime venti anche Asti. Per ogni nuovo impianto fotovoltaico di medie dimensioni, il «risparmio di inquinamento» medio annuale si attesta invece a 310 tonnellate di Co2. E i benefici non sarebbero solo ambientali: a livello economico ed energetico, il possibile risparmio diretto è del 38%. «Di fatto, si potrebbero liberare 154 milioni di euro annui di risorse per le imprese, a fronte di un investimento che si riduce nel tempo e che può anche essere pari a zero» conclude il fondatore di EnergRed.
r.bi.g.

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